Centro storico

 

Chiesa di S. Domenico e Convento L’edificio e l’attiguo convento dei Domenicani furono edificati nel XV secolo per volere dello spagnolo Federico da Silva. Subirono rifacimenti e ricostruzioni nei secoli successivi. Si deve l’attuale facciata del convento (adibita a sede municipale dal XIX secolo) all’architetto Luigi Castellucci.

All’interno del palazzo, l’Arma Ioe, bassorilievo di Giovanni Roccha (1480) raffigurante lo stemma di Gioia, l’interessante fototeca comunale (immagini degli inizi del XX secolo), donata nel 1999 dal Centro Culturale Ezra Pound, la tavola settecentesca raffigurante la Madonna col Bambino fra i santi Giuseppe, Francesco da Paola, Sofia e Filippo Neri (nella sala consiliare). 

3. Teatro Comunale “Rossini” Il nucleo originario del teatro risale alla prima metà del XIX secolo; la sua sistemazione definitiva si deve all’ingegnere Vittorio Chiaia che ne organizzò gli spazi interni alla maniera dei teatri pugliesi di fine Ottocento. Recentemente ridestinato a spazio teatrale, col restauro della facciata e del palcoscenico ed il ripristino  dei tre ordini di palchi, demoliti nel secondo dopoguerra, ospita un’intensa attività teatrale, musicale e culturale. Al suo interno collezione di opere scultoree di Iginio Iurilli. Nella piazza antistante sculture di Antonio Paradiso. 4. Chiesa di S. Angelo o di S. Maria di Costantinopoli Fondata probabilmente in età normanna, divenne nella seconda metà del Quattrocento e nei primi decenni del Cinquecento il luogo di culto delle popolazioni balcaniche (gli Schiavoni come venivano allora denominati), insediatesi in quei decenni a Gioia nel borgo chiamato appunto degli “Albanesi”. Allo schiavone Brava Mastes Bielopaulic ed a sua moglie Liuba si devono il rifacimento e l’abbellimento del tempio all’inizio del XVI secolo, come ricorda la lapide murata nel lato esterno occidentale. Le attuali dimesse forme barocche del campanile e della facciata risalgono alla seconda metà dell’Ottocento. 5. Chiesa Madre o di S. Maria Maggiore Pressoché coevo del castello, il tempio, secondo una tarda e dubbiosa tradizione, fu voluto in forme romaniche ed a tre navate dal conte normanno Riccardo Siniscalco d’Altavilla. Demolita nel 1764, la chiesa fu riedificata in forme tardo barocche dal salentino Pasquale Margoleo. La sobria facciata (recentemente restaurata sotto la direzione dell’architetto Vito Angelillo), a due ordini e coronata dalla balconata e dal fastigio a cornucopie, completata nel 1893, presenta nella nicchia destra la Madonna in trono col Bambino, attribuita a Stefano da Putignano, e la coppia di leoni rampanti del portale. Il campanile settecentesco, crollato nel 1942, fu ricostruito nel 1964. All’interno, fra le tele, Natività della Vergine di Vito Calò (sec. XVIII), allievo del Giacquinto, Madonna del Carmelo e Crocefissione (1797) di Paolo Lanari. Da segnalare, inoltre, il gruppo scultoreo della Madonna col Bambino che incorona S. Caterina, attribuito a Stefano da Putignano, e l’altorilievo policromo del Cristo deposto nel sepolcro dello scultore gioiese Giovanni Roccha. 6. Casa Torre Costruito probabilmente su una preesistente fortificazione medievale, l’edificio, risalente al XV secolo, è scandito da cornici (rimarchevole la seconda) che ne ripartiscono la mole strettamente rettangolare, alta quasi quindici metri. Da segnalare l’ingresso ad arco ogivale e la raffinata finestra centrale a quattro luci. 7. Arco Cimone L’arco con le imposte poco al di sopra del piano stradale introduce nella corte, sede in età normanna del rappresentante dell’abate della Chiesa di S. Nicola di Bari. Tracce rilevanti dell’antica residenza sono tuttora visibili nella costruzione che si erge al disopra dell’arco. 8. Arco Nardulli Uno splendido arco con bugnato a raggiera, risalente al XIII secolo e sormontato dalla copia della tavola settecentesca ora custodita in municipio, immette nella corte medievale, sede del comandante delle milizie in età sveva. Un’elegante bifora segnala la residenza del funzionario imperiale. 9. Chiesa di S. Andrea Sorto in età bizantina nel nucleo più antico di Gioia (il borgo di S. Nicola), l’edificio non conserva che pochissime tracce dell’originaria costruzione (l’arco lunato a tutto sesto del lato sud). L’attuale costruzione ed il campanile in forme neogotiche risalgono al XIX secolo. All’interno, organo a muro del 1745, tela raffigurante la Madonna delle Grazie (sec. XVV), acquasantiera di epoca bizantina. NEL CENTRO URBANO  10. Chiesa di S. Rocco Sorge su una preesistente cappella seicentesca, edificata per testimoniare l’intervento miracoloso del santo durante la peste del 1656. Il tempio, voluto in forme rinascimentali dall’architetto Vincenzo Castellaneta nella seconda metà del 1800, presenta un’elegante facciata armoniosamente ripartita da lesene, sormontate da capitelli ionici.

Agile è il campanile cuspidato – il più bello dei campanili gioiesi – con l’aerea cella campanaria. Le porte bronzee sono di fra’ Serafino Melchiorre. All’interno, S. Rocco, opera tarda di Stefano da Putignano. 

11. Chiesa di S. Francesco L’attuale complesso sei-settecentesco presenta linee barocche di maniera. Tracce dell’antica costruzione, sorta in forme romaniche nel XIII secolo, sono rinvenibili sul lato est (porta a sesto rialzato con decorazione scultorea gotica), sul muro esterno della sagrestia (iscrizioni e decorazioni a motivi vegetali), sul corridoio di accesso al convento (iscrizioni medievali graffite). La torre dell’orologio (1884) sulla scenografica piazza del Plebiscito è dell’architetto Cristoforo Pinto. All’interno della chiesa un arco, sorretto da due colonne con capitelli a raffigurazioni zoomorfe, divide il presbiterio dal coro. Da segnalare le tele tardo seicentesce e settecentesche degli altari; in sagrestia, S. Antonio da Padova, statua attribuibile alla scuola di Stefano da Putignano, il lavabo romanico, il Perdono di Assisi, tela settecentesca di Nicola De Filippis.  12. Chiesa di S. Lucia Edificata agli inizi del XX secolo, sorge su una preesistente cappella cinquecentesca. Il tempio in forme romanico-gotiche è opera dell’architetto Cristoforo Pinto. 13. Chiesa di S. Antonio (XVII sec.) L’attuale costruzione, edificata nella prima metà del 1600 dai Francescani Minori Riformati, conserva nella facciata elementi di reimpiego di una preesistente cappella romanica. All’interno, numerose e pregiate tele sei-settecentesche: L’Adorazione dei pastori di fra’ Giacomo da S. Vito, l’Immacolata Concezione fra Santi e S. Antonio di Padova, entrambe attribuite a fra’ Giacomo da S. Vito ed a fra’ Francesco da Martina, S. Francesco che riceve le stimmate di Saverio de Musso, Perdono di Assisi e Sacra Famiglia con i Santi Gioacchino ed Anna dello stesso fra’ Giacomo, S. Antonio Abate di anonimo. Da segnalare lo splendido Crocifisso ligneo di fra’ Angelo da Pietrafitta del 1696 ed il coro settecentesco. In sagrestia e nel convento, recentemente restaurato, affreschi sei-settecenteschi e mattonelle seicentesche a smalti azzurri, verdi e gialli, raffiguranti martiri francescani. 14. Chiesa dell’Immacolata di Lourdes L’edificio risale alla prima metà del XX secolo. Si deve il progetto della pura costruzione romanica, da cui svetta la slanciata torre companaria, all’ingegnere Giuseppe Colacicco. Da segnalare le preziose decorazioni interne ed esterne dello scultore-scalpellino Vincenzo Nardulli. 15. Zona archeologico-industriale (vie Paolo Cassano e vicinale Lagomagno) Nei decenni a cavallo fra Ottocento e Novecento Gioia conobbe un notevole fervore di attività protoindustriali, legate alla trasformazione dei prodotti agricoli.

Restano a testimoniarne le fortune il molino a cilindri “Enrico Pagano e figlio Luigi”, il pastificio “Alfredo Pagano”, utilizzato come campo di internamento degli ebrei durante la II Guerra Mondiale, ed i resti delle Distillerie “Paolo Cassano”, famose per la produzione di cognac e liquori.

NEL TERRITORIO

16. Parco Archeologico di Monte Sannace

(via provinciale Gioia-Turi) A circa 5 km da Gioia, sulla collina di Monte Sannace (382 metri sul livello del mare), in un luogo dove le condizioni naturali e la posizione geografica hanno favorito dai tempi remoti lo stanziamento dell’uomo, sorgono i resti di uno dei più importanti e conosciuti centri della Peucezia (VIII-III secolo avanti Cristo), di cui le campagne di scavo susseguitesi negli ultimi decenni non hanno ancora restituito il nome (Thuriae?). Il sito, frequentato dall’età neolitica sino all’Alto Medioevo, presenta valori archeologici, storici e naturali di eccezionale rilievo, che fanno della visita al Parco un’esperienza affascinante e densa di suggestione. Rimandando alla Guida di Angela Ciancio, attuale direttrice del Museo Archeologico Nazionale e del Parco Archeologico, per gli indispensabili approfondimenti storici ed archeologici, si segnalano: il monumentale circuito murario con porta di tipo sceo, la via pomeriale interna alle mura, la casa a peristilio (Città Bassa); il portico, le grandi tombe, la casa ellenistica, l’edificio tardo-arcaico, le tombe dipinte (Acropoli). Lungo il percorso, che si snoda dall’ottocentesca masseria Montanaro, essenze erbacee ed arbustive (biancospino, rovo, asparago, edera), specie arboree (alloro, olivo selvatico, mandorlo), residue aree semisilvestri, caratterizzate dal fragno (Quercus troiana). Vivamente raccomandata una sosta alla terrazza panoramica, da cui lo sguardo spazia su uno scenario di incomparabile bellezza. 17. Chiesetta dell’Annunziata via provinciale Gioia-Putignano, vicinale della Madonna Sorge sul colle di Monte Rotondo, a poca distanza da Monte Sannace.

Edificata (o riedificata) nel 1309 dall’arcivescovo Romualdo, conserva numerosi affreschi, un’acquasantiera di epoca bizantina, l’affresco di datazione incerta dell’altare maggiore, raffigurante la Madonna col Bambino fra Santi. 

18. Necropoli dolmenica di Masseria del Porto via provinciale Gioia-Castellaneta – del Porto In un lembo di territorio gioiese tra i più affascinanti da un punto di vista naturalistico, insiste una necropoli dolmenica risalente al II-I millennio avanti Cristo.

L’intera area su cui sorge la necropoli, che consta di ben 33 sepolcri dolmenici noti, ha restituito inoltre tracce di frequentazione umana che vanno dal Neolitico antico (circa settemila anni fa) all’età peuceta. 

19. Masserie

Tra le numerose masserie dell’agro si segnalano, la settecentesca Masseria D’Aprile con jazzo monumentale (via provinciale Gioia-Turi, vicinale Macchia del Campo), la Masseria Il Fattore del primo Ottocento (via provinciale Gioia-Laterza); la medievaleggiante Masseria Soria della seconda metà dell’Ottocento (via provinciale Gioia-Castellaneta), la Masseria Vallata con la chiesa a doppio campanile a vela (via Vecchia Matera), la  settecentesca Masseria Gigante (via provinciale Gioia- Acquaviva), l’ottocentesca Masseria Villa Scozia (via provinciale Noci- Castellaneta), la scenografica Masseria La Villa (via Cinque Parieti), dei primi anni dell’Ottocento, con la serra del Marangiare, la seicentesca Masseria S. Candida con la suggestiva cappella (vicinale S. Candida).

 

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